Stando alle direttive dell’Unione Europea il 2035 dovrebbe segnare l’addio ai motori termici: come si evolveranno le cose per le auto elettriche?
Il futuro del nostro pianeta dipende da scelte molto importanti, da fare nel giro di poco tempo. È infatti indubbio che stiamo affrontando un periodo di emergenza climatica, che va affrontata prendendo le giuste, drastiche, iniziative. In questo senso ridurre le emissioni di gas serra e il ricorso ai combustibili fossili sembra essere irrinunciabile.
Di conseguenza anche dire addio alle auto con motori termici sembra essere la naturale evoluzione di questo intento. Eppure le cose non sono così semplici: il passaggio a una mobilità green e sostenibile necessita di profondi cambiamenti, sia da un punto di vista culturale che logistico. E per adeguarsi alle direttive dell’UE serve tempo e organizzazione!
Dubbi sulla transizione energetica: come si affronta il problema di motori termici e auto elettriche
In Italia, ad esempio, c’è un dibattito tutto aperto su come affrontare la fase di transizione. Da una parte c’è il Ministro dei Trasporti che vuole apportare dei correttivi alla neutralità tecnologica,. Gilberto Picchetto Fratin è ad esempio favorevole ai biocarburanti, che potrebbero risultare una sorta di via di mezzo tra l’elettrico e i combustibili fossili.
Dall’altra, invece, abbiamo il Ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti che sta pensando di tassare le ricariche per le auto elettriche. Eppure ciò potrebbe diventare un deterrente per il passaggio all’elettrico, dal momento che il costo delle ricariche è già aumentato considerevolmente durante gli ultimi anni.
A ciò bisogna aggiungere anche la questione logistica: le colonnine per la ricarica dei veicoli sono presenti quasi solo nelle grandi città, mentre i centri urbani minori ne sono praticamente sprovvisti. Questi elementi rendono evidente la necessità di investire nella fase di transizione, considerando le conseguenze sia sul breve che sul lungo termine.
La situazione in Europa e nel mondo: la concorrenza cinese spaventa
Nel frattempo alla Commissione Europea è prevista una ridiscussione dei termini del Green Deal, come anticipato dal presidente della Commissione Europea Ursula Von Der Leyen. E mentre l’Europa deve affrontare questi dubbi sulla transizione energetica, in Cina il settore automobilistico elettrico va per la maggiore, anche grazie all’enorme quantità di terre rare presenti sul territorio (ad esempio il litio usato per le batterie dei veicoli).
Il timore del resto del mondo è quello di non stare al passo, per via di una competizione troppo serrata. La soluzione? Difficile dirlo, ma nel frattempo potremmo provare a investire nel settore, ad esempio promuovendo nuovi incentivi per l’acquisto di veicoli elettrici.