Permessi retribuiti in base alla Legge 104: che cosa cambia ai fini pensionistici, la risposta a una delle domande più ricorrenti.
I permessi retribuiti della Legge 104 e il congedo straordinario sono strumenti essenziali per i lavoratori che assistono familiari con disabilità grave. Come noto, la normativa prevede sia i permessi retribuiti, ma anche il congedo straordinario. Sulle modalità con cui richiedere i permessi, come abbiamo visto, ci sono delle distinzioni molto importanti che si possono fare.
Allo stesso modo, con la Legge 104, si possono richiedere tutta una serie di agevolazioni e nei giorni scorsi vi abbiamo spiegato cosa fare in caso di richiesta di mutuo, ma anche qualora volessimo intraprendere un viaggio con un familiare disabile. Ma permessi e congedi straordinari sono comunque validi ai fini pensionistici? La risposta a questa domanda è sicuramente affermativa.
Va spiegato innanzitutto che i permessi retribuiti consentono ai lavoratori di assentarsi dal lavoro per assistere un familiare con disabilità grave, e possono essere presi in ore (1-2 ore al giorno) o in giorni (3 giorni al mese frazionabili). Questa tipologia di permessi viene coperta dai cosiddetti contributi figurativi, ovvero non dal datore di lavoro ma vengono riconosciuti dall’INPS per il periodo di assenza.
Anche il congedo straordinario, che prevede un periodo massimo di due anni di assenza retribuita per assistere un familiare disabile grave, viene coperto dai contributi figurativi. Tali contributi, è opportuno saperlo, sono validi sia perché rientrano nel conteggio degli anni necessari per maturare il diritto alla pensione, sia per la misura della pensione stessa, ovvero per il calcolo dell’assegno mensile.
Per il congedo straordinario, esiste un massimale di retribuzione e contribuzione che deve essere rispettato, ma questo comunque appare abbastanza alto essendo ad esempio nel 2024 equivalente a 56.586,00 euro. Si tratta di un massimale che viene rivalutato annualmente in base alla variazione dell’indice ISTAT dei prezzi al consumo. Superando il massimale, si perde una parte della pensione.
Inoltre, si avranno ripercussioni sulla pensione futura, che sarà minore rispetto a quella che si sarebbe ottenuta senza il congedo straordinario. Per saperne di più e avere dei riferimenti legislativi, si devono guardare l’Art. 3, commi 1 e 3 della Legge 104/1992 e l’Art. 42, comma 5-ter del d.lgs. n. 151/2001, oltre alla circolare INPS n. 21 di quest’anno che chiarisce i massimali aggiornati.
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