Previsti e in alcuni casi sono già arrivati dei rimborsi da parte dell’Enel per le bollette troppo alte pagate dai consumatori.
Nel 2023, molti utenti di Enel hanno riscontrato aumenti significativi e non adeguatamente comunicati nelle bollette del gas. Di fronte a questi rincari, è stata avviata una class-action, che mira a ottenere un rimborso per i consumatori colpiti. Si tratta dell’ultimo atto di una lunga trafila, che ha portato l’Enel a dover fare i conti con diversi ricorsi e tentativi di rimborso. Andiamo per ordine.
Una delle ultime accuse, arrivata qualche mese fa, vede circa 600 utenti che reclamano presunti illeciti legati a un improvviso aumento delle bollette: secondo questi clienti Enel, infatti, non avrebbero mai ricevuto comunicazioni adeguate sugli aumenti tariffari, o di averle trovate in seguito nella cartella spam, sollevando dubbi sulla conformità delle notifiche. Da qui, sono arrivate le richieste di rimborso.
Come ottenere rimborsi Enel per le bollette troppo alte: dai ricorsi singoli alla class action
Da parte sua, Enel – stavolta, come in altre occasioni – ha sempre sostenuto di essersi comportata correttamente e rispettando le regole, ma non solo: attraverso il suo sito, invita a prestare attenzione a chi promette falsi rimborsi, attraverso azioni di phishing. Si tratta appunto di un braccio di ferro ricco di colpi di scena, come quello emerso nel marzo di quest’anno e che segue un’altra azione del novembre 2023.
Nello specifico, l’Authority per la Concorrenza ha sanzionato Enel per 10 milioni di euro, e diverse organizzazioni, come l’Unione dei Consumatori, si sono messe in moto per far ottenere rimborsi agli utenti. In questo contesto, che non è per nulla lineare, e che anzi si delinea come un complicato intreccio di ricorsi e richieste di rimborso, ecco arrivare ora una class action, portata avanti da sei associazioni.
Si tratta di Adusbef, Confconsumatori, Assoutenti, Casa del Consumatore, Codici e Ctcu, che sostanzialmente chiedono ai consumatori di non agire da soli, ma mettono a disposizione i propri uffici, secondo quel vecchio principio dell’unione che fa la forza. Se la richiesta riceverà un numero sufficiente di adesioni – ma sicuramente sarà così – si procederà con l’istanza in tribunale.
Quello che è opportuno sapere è che – nonostante le sentenze – i rimborsi non partono in automatico, ma gli utenti devono sapersi muovere per ottenerli. Peraltro, i “guai” di Enel non sono legati solo alle bollette aumentate: c’è una sentenza del Garante della Privacy, che ha multato Enel per 79 milioni di euro a causa di violazioni nella gestione dei dati personali per telemarketing aggressivo.