È passato quasi un anno da quando la normativa “case green” è stata approvata, vediamo nel tempo come sono cambiate le cose.
Era il 15 marzo quando dal Parlamento europeo è arrivato il via libera alla direttiva Ue sulle “case green”. In questi tempi il tema del cambiamento climatico è a cuore di tutti, e bisogno rimanere uniti per affrontarlo nel migliore dei modi. Questi provvedimenti mirano infatti a ridurre i consumi energetici e le emissioni dei gas a effetto serra, andando ad aumentare l’efficienza degli edifici. Efficienza che farà abbassare anche le bollette, ma che arriva ad un costo.
Quello che sta preoccupando le persone sono le spese che saranno necessarie per fare fronte a tale innovazione tecnologica, come anche la paura di vedere il valore del proprio immobile cadere a picco a causa di una classe energetica che, per un tempo al quale non possiamo porre rimedio, non sarà più considerata sostenibile.
Cosa è stato modificato nel corso del tempo, il testo del 7 dicembre
Sono discordanti infatti i pareri a riguardo, ma vediamo come il testo è cambiato durante il tempo. Quello votato a marzo poteva infatti essere soggetto a modifiche, prima che diventasse definitivo. L’obiettivo iniziale era quello di introdurre un obbligo di intervento sugli immobili residenziali affinché rientrino nella classe E per il 2030 e nella classe D non oltre il 2033.
La scelta di un obiettivo energetico così ambizioso aveva alzato un gran polverone, e non poche sono le polemiche raggiunte. Quando infatti il 7 dicembre ci si è ritrovati a dover raggiungere un compromesso, il testo presentato risultava ben meno stringente, con tempi di intervento che si dilungavano maggiormente negli anni.
Se prima infatti l’obbiettivo per il 2030 era il raggiungimento della classe E, quello che ora gli stati dovranno abbassare del 16% sarà il consumo medio di energia primaria. Per il 2035 questa riduzione sarà portata al 20-22%, in modo che i cittadini, così come anche i vari stati, potranno fare fronte al problema in maniera più lungimirante.
Tra i traguardi dell’Europa c’è sicuramente la progressiva diminuzione dell’utilizzo di carburanti fossili. Per fare ciò, tra i temi che si è discusso e che interessano i residenti, c’è quello delle caldaie. A parte dal 2025, queste non potranno più essere predisposte con un impianto autonomo a gas o fonti fossili, sarà tuttavia possibile progettare dei sistemi ibridi, che godranno del supporto dell’energia solare.
Questa energia si fa sempre più presente nelle case di tutti i cittadini, e man mano che passano gli anni, arrivano anche i primi obblighi atti a sfruttare al massimo le possibilità di produrre energia rinnovabile. Quello che si vuole fare è imporre questi sistemi agli immobili non residenziali che avranno una metratura superiore a 250 mq.
E voi cosa ne pensate, è questo il giusto modo per affrontare il cambiamento climatico?