Fortemente voluto da Matteo Salvini, che cosa prevede davvero il Decreto Salva Casa: in questi giorni, i primi risultati.
Il Decreto Salva Casa licenziato da governo prima e Parlamento poi, nei mesi e nelle settimane scorse, è un provvedimento fortemente voluto, in particolare, dal Ministro delle Infrastrutture e leader della Lega, Matteo Salvini: uno strumento che potrebbe essere probabilmente utile a tutti, ma che al contempo è stato salutato con diversi umori tra le file della maggioranza e dell’opposizione.
In sostanza, questo decreto permette di sanare piccoli abusi edilizi con un iter semplificato, ma non gratuito. La legge introduce modifiche al Testo Unico dell’Edilizia e prevede che le difformità possano essere sanate pagando una sanzione, invece di subire demolizioni. Ma cosa vuol dire nel concreto tutto questo? La domanda è stata anche posta a degli esperti, per capire bene che novità vengono introdotte.
Tante le domande che si pongono gli utenti rispetto agli effetti del Salva Casa, ad esempio c’è chi si chiede anche se sia possibile la sanatoria di una veranda. Non entriamo troppo nello specifico, ma vi spieghiamo quali sono le principali novità che questo decreto prevede, come quelle riguardanti i nuovi requisiti di abitabilità.
In base a questi nuovi requisiti, l’altezza minima interna delle stanze è ridotta a 2,40 metri e la dimensione minima dei monolocali è fissata a 20 m² per una persona e 28 m² per due persone. Inoltre, è previsto un nuovo processo per regolarizzare varianti edilizie non conformi, richiedendo documentazione o dichiarazioni tecniche.
Altra novità importante riguarda la cosiddetta “edilizia libera”, nella quale con la riforma sono inclusi nuovi interventi come pergole bioclimatiche, ma escluse vetrate su porticati pubblici. Lo stato legittimo degli immobili può essere dimostrato con il titolo abilitativo dell’ultimo intervento edilizio. Inoltre, cambi di destinazione d’uso sono consentiti anche senza opere, quando si tratta di edilizia libera.
I costi per sanare un abuso variano a seconda della gravità delle difformità: le sanzioni vanno da un minimo di 1.032 euro a un massimo di 10.328 euro, a seconda della tipologia di abuso e della presenza o meno della cosiddetta Scia. Per interventi conformi alle norme al tempo della realizzazione e della domanda, le sanzioni variano da 516 a 5.164 euro.
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