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NORMATIVE

L’affitto della casa? Fatelo pagare al datore di lavoro, adesso rientra tra i benefit

Sapevate che il vostro datore di lavoro può pagarvi una parte dell’affitto di casa, rendendo così meno difficile arrivare a fine mese?

La novità è contenuta nella Legge di Bilancio 2024, che ha aumentato l’importo dei fringe benefit che non concorrono alla formazione del reddito tassabile in capo al dipendente. Per il 2024 l’importo passa infatti da 258,23 euro a 2.000 euro per i lavoratori dipendenti con i figli a carico e a 1.000 euro per i lavoratori dipendenti senza figlia a carico. Ma come si utilizza questa disponibilità? E quali voci rientrano all’interno dei fringe benefit?

Buone novità per i fringe benefit, che ora possono includere anche le spese per l’affitto – living.it – Fonte Pixabay

Considerata l’importanza del tema, andiamo per gradi. Prima di tutto, a titolo di esempio, possono rientrare tra i fringe benefit beni e servizi come buoni pasto, buoni carburante, telefoni cellulare, auto aziendali, polizze assicurative, e altro ancora. Ebbene, nel 2024 è stata introdotta anche la possibilità di includere tra i benefit le spese per l’affitto della prima casa.

A chi spetta e come richiedere i fringe benefit

A beneficiare dei fringe benefit fino a 2.000 euro, utilizzabili anche per pagare l’affitto della casa, sono i titolari di redditi di lavoro dipendente e quelli di redditi assimilati a quelli di lavoro dipendente, inclusi anche i collaboratori coordinati continuativi, per i quali il reddito è determinato sulla base dell’art. 51 Tuir e che abbiano dei figli a carico, compresi quelli nati fuori dal matrimonio, quelli adotti e quelli affidati. Se invece il lavoratore non ha figli a carico, allora l’innalzamento del limite dei fringe benefit sarà da 258,23 euro a 1.000 euro.

Il limite cambia a seconda che il dipendente abbia o meno dei figli a carico – living.it – Fonte Pixabay

Per ottenere il fringe benefit sull’affitto è sufficiente che il lavoratore avanzi una dichiarazione al datore di lavoro con cui manifesta di averne diritto. La dichiarazione del lavoratore non ha una forma specifica (la Legge di Bilancio non dice nulla su questo tema), pertanto può essere presentata secondo modalità concordate fra datore di lavoro e lavoratore. È tuttavia importante che all’interno della dichiarazione emerga l’affermazione del dipendente, di avere diritto all’agevolazione. Il dipendente dovrà anche indicare il codice fiscale dei figli fiscalmente e carico e dovrà dichiarare di possedere i documenti che comprovano il pagamento delle spese, come quelle per l’affitto.

Per quanto invece riguarda i termini di presentazione, i pagamenti devono essere corrisposti entro e non oltre il 12 gennaio 2025. Se pertanto sarà corrisposto qualcosa oltre quella data, l’importo sarà considerato fringe benefit per il 2025, anno nel quale tornerà – salvo proroghe – il limite esentasse di 258,23 euro.

Roberto Rais

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