Crollo Scampia, come si può vivere ancora in quelle case nel 2024? E’ questa la domanda che ancora tanti si fanno dopo l’ennesima tragedia che si doveva e poteva evitare. Troveremo mai delle risposte a questa domanda? Intanto torniamo a piangere vittime innocenti e bambini coinvolti in situazioni che non dovrebbero vivere in nessun modo.
Sono due purtroppo le vittime al momento del crollo di un ballatoio nella vela celeste di Scampia. Una tragedia che ha colpito l’Italia intera di fronte ad un evento che vede coinvolti purtroppo anche dei bambini, tra i 13 feriti. Tanti i commenti arrivati a caldo da parta degli esponenti politici e delle Istituzioni, purtroppo inutili e tardivi.
Perché anche in questo caso si parla di eventi luttuosi che si potevano evitare se solo si fossero prese delle precauzioni. Al netto delle indagini da parte delle forze dell’ordine che ci sveleranno i motivi del crollo, emerge un dettaglio di non poco conto. E che purtroppo riguarda tante case popolari presenti non solo nel capoluogo campano ma in tutta Italia.
Volendo muovere una critica, pensiamo alle tante infiltrazioni di acqua che si sono notate spesso dai vari documentari che ci hanno mostrato come sia una follia tentare di vivere oggi nelle vele. Mai nessun controllo ha consigliato di sgomberare interamente l’area e di dare degli alloggi degni a queste persone?
E’ questa solo una delle tante domande che ci poniamo, oltre a quella che ci fa chiedere come sia possibile oggi vivere, anche con dei bambini, in realtà così degradate come quella delle vele.
Tanti cittadini comuni negli anni, dopo il clamore mediatico che le vele hanno suscitato nelle guerre di camorra in passato, hanno denunciato il pericolo di quegli agglomerati di cemento. Mancanza assoluta di condizioni igieniche e pericoli ovunque per assenza di elementi che potessero garantire anche l’accesso in sicurezza in quelle strutture hanno da anni caratterizzato quei luoghi.
Che non possono e non devono accogliere famiglie anche numerose. Purtroppo dall’altra parte si lamenta la mancanza di interventi che possano garantire quel diritto alla casa che in tanti lamentano.
Ma perché ancora oggi quelle vele non sono state abbattute? E soprattutto perché si possono occupare con tanta facilità quelle case (chiamiamole così) fatiscenti e precarie? Continuiamo a porci domande di fronte all’ennesima tragedia che tutti gli enti preposti, dal Comune di Napoli al governo, non sono riusciti ad evitare.
Adesso ci attenderanno le solite sfilate di cordoglio che arrivano sempre dopo e che non servono a nulla. Ci resta in questo momento solo una profonda amarezza e uno stato di impotenza.
La speranza adesso va ai feriti, soprattutto ai bambini, che possano salvarsi ed uscire dallo stato critico che quello crollo ha generato. E poi ci si augura che i colpevoli possano pagare per tutto questo, e che finalmente si possa concedere una vita normale a tante famiglie che non hanno altri posti dove andare. Perché, siamo certi, avendo toccato con mano certe realtà, che nessuno vorrebbe vivere in condizioni del genere.
Il tempo delle chiacchiere è finito, siamo nel 2024 e certe tragedie non possono e non devono più accadere. Si risolva presto la situazione, che resta di primaria importanza a Scampia come in tutte le periferie abbandonate a se stesse d’Italia. Perché tutti hanno diritto di avere una casa degna di questo nome.
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