Un nuovo progetto in fase di sperimentazione sta già attirando l’attenzione per il modo in cui lavora in modo ecologico e sostenibili. Fonde insieme anche il design come oggetto innovativo che potremmo ritrovare nelle case in futuro..
Design ed ecosostenibilità sono sempre più interconnessi, riuscendo a mitigare l’impatto ambientale dei prodotti e degli spazi, ma anche a portare soluzioni più innovative, efficienti ed economicamente vantaggiose. Inoltre, il design ecosostenibile spesso si integra con la tecnologia per creare soluzioni intelligenti che ottimizzano anche l’efficienza energetica.
Questo è ciò al quale ha pensato la start up italiana EcoLogicStudio che ha in ballo un progetto ancora in fase prototipale. Il piano di EcoLogicStudio si base sul fatto di riuscire a migliorare il modo di vivere all’interno degli edifici, lavorando sulla qualità dell’aria che respiriamo, rendendola più pulita.
EcoLogicStudio è una start up nata nel 2005 a Londra, un’ agenzia di design che ha iniziato lanciato un progetto che prende il nome di AIReactor, un dispositivo in grado di purificare l’aria domestica in modo naturale e sostenibile. È un purificatore dell’aria, ma non uno qualunque, perchè il suo sistema principale è composto da un fotobioreattore cilindrico, che ospita microalghe fotosintetiche. Queste minuscole piante acquatiche, essenziali per gli ecosistemi marini, assorbono CO2 e sostanze inquinanti rilasciando ossigeno puro.
AIReactor è un innovativo dispositivo progettato per ottimizzare la fotosintesi delle alghe, sfruttando un flusso d’aria continuo che simula le correnti marine. Ciò non solo favorisce la crescita e la salute delle alghe, ma permette anche di contribuire significativamente alla pulizia dell’aria. Grazie alla sua capacità di catturare il carbonio atmosferico, AIReactor offre un duplice vantaggio, ovvero riduce l’inquinamento atmosferico e crea un ambiente più salubre. Inoltre, il suono rilassante del flusso d’aria che ricorda il movimento del mare crea un’atmosfera calma e tranquilla, migliorando la qualità della vita negli ambienti. In più, il dispositivo avrebbe un potenziale di cattura del carbonio pari a quello di un albero maturo.
Se qualcuno si sta chiedendo che fine facciano le alghe lungo andare nel tempo, semplicemente si trasformano in biomassa, che vengono essiccate e riutilizzate per creare biopolimeri, ovvero polimeri naturali derivati da fonti vegetali rinnovabili. Inoltre, la biomassa delle microalghe, un materiale di scarto del lavoro fatto dal fotobioreattore, viene riutilizzato e rincorporato in una serie di oggetti di uso quotidiano, dando nuova vita a ciò che potrebbe essere definito come un “rifiuto”, venendo riciclato.
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