Attenzione perché da oggi celebrare il matrimonio secondo questa tradizione è considerato reato: cosa dice la Legge.
La celebrazione del matrimonio è senza dubbi uno dei momenti più felici della vita di una coppia. In ogni zona del mondo, così come in Italia, ci sono tantissime tradizioni ed usanze diverse legate alle nozze. Per esempio, marito e moglie non devono vedersi il giorno prima del matrimonio oppure la sposa deve indossare qualcosa di blu, qualcosa di vecchio, qualcosa di nuovo, qualcosa di regalato e qualcosa di prestato.
Ancora, c’è il rituale della cravatta tagliata dello sposo come auspicio di buona fortuna, il lancio del riso, il lancio del bouquet e i confetti da donare a cinque a cinque come simbolo di salute, fertilità, lunga vita, felicità e ricchezza.
Ad ogni modo, celebrare in questo modo il matrimonio d’ora in poi è considerato reato. Fate attenzione a questa antica tradizione o potreste andare incontro a brutte sorprese.
Celebrare il matrimonio così diventa reato: attenzione a questa antica e amata tradizione
In Sardegna, quando si celebra un matrimonio, è usanza molto radicata all’uscita dalla chiesa rompere qualche piatto di coccio ai piedi della sposa, meglio se vecchio, di famiglia e ricolmo di petali di rose, foglie, caramelle, monetine, grano e riso.
Una tradizione antica, nota come “Sa ‘ratzia”, ovvero “la grazia”, che rappresenta un gesto affettuoso e di buon auspicio nei confronti della coppia di novelli sposi. Qualora il piatto non si rompa, i più scaramantici lo interpretano come un segno di cattiva sorte. In zone come la Gallura e la Baronia si usa inoltre che i bambini presenti, al suono del piatto che si rompe, corrano subito tra le gambe degli sposi e degli altri invitati per cercare di accaparrarsi monetine e caramelle.
Tuttavia il sindaco di Olbia, Settimo Nezzi, pur conoscendo il valore simbolico di questa usanza, ha deciso di vietare la rottura dei piatti durante le funzioni nuziali in tutto il territorio comunale. La motivazione fornita dal primo cittadino sarebbe la seguente: “decoro urbano, sicurezza, incolumità delle persone”. Questo perché molto spesso i partecipanti ai matrimoni non si occupano di ripulire gli spazi pubblici dai cocci rotti.
“La rottura dei piatti, sebbene rappresenti un significativo momento della nostra tradizione, è causa di pericolo perché ci si può facilmente ferire e tagliare con i cocci, poiché questi vengono abbandonati nella pubblica via dai partecipanti”. Ha spiegato il sindaco Nezzi. Coloro che non rispettano il divieto rischiano una sanzione amministrativa che può variare dai 25 ai 500 euro. Meglio quindi prestare la massima attenzione!