La Casa di Alberto Sordi è diventata un vero e proprio museo per permettere a tutti gli appassionati di potersi innamorare della sua vita privata.
L’attore ha vissuto in questa dimora dal 1954 fino alla sua morte arrivata nel 2003. Dal 2020 è visibile anche al pubblico e rappresenta una cosa importante perché l’artista non ci faceva entrare nessuno dal 1972 anno della morte della sorella Savina.
Alberto Sordi è una vera e propria istituzione non solo per Roma ma per tutta l’Italia. Nato nella capitale il 15 giugno del 1920 è stato senza dubbio uno dei più grandi attori della storia del cinema e non solo italiano. Il suo debutto arriva come comparsa ad appena 17 anni nel 1937 quando recita in Scipione l’africano di Carmine Gallone.
Da lì inizia a recitare per grandissimi registi lavorando praticamente con tutti i più noti del periodo da Mario Soldati a Federico Fellini, da Steno a Mario Mattoli, da Alberto Lattuada a Renato Castellani e potremmo continuare ancora per ore. A Roma è rimasta una figura mitica, un uomo amatissimo dal pubblico per la sua semplicità e per le sue enormi capacità interpretative. Ma torniamo a parlare della sua casa museo più da vicino.
La casa museo di Alberto Sordi
La casa museo di Alberto Sordi è stata presentata così nel 2020, alla sua apertura, dal curatore e organizzatore degli eventi per il centenario Sordi, Alessandro Nicosia: “Nel 1972, con la morte della sorella Savina, Alberto Sordi ha chiuso la casa e non ha più invitato nessuno fino alla sua morte”.
Presente sul palco c’era anche l’allora Sindaco di Roma Virginia Raggi che ha accolto con entusiasmo questo pezzo di storia in Piazza Numa Pompilio alla fine di via Amba Aradam alle porte di San Giovanni.
L’esposizione ci porta dentro gli ambienti della casa con due tensostrutture di oltre 800 metri quadrati create per l’occasione. Lungo questo meraviglioso spazio è raccontata praticamente tutta la vita di un grande artista in grado di far emozionare il popolo italiano raccontando le vicende dello stesso.
La villa fu progettata negli anni trenta dall’architetto Clemente Busiri Vici, in grado di offrire scenari straordinari e con tantissime stanze e luoghi meravigliosi, arredati con un gusto veramente molto raffinato.
La casa era appartenuta al segretario particolare del Duce, Alessandro Chiavolini, e fu acquistata nel 1954 dall’attore romano che la pagò all’epoca 10 milioni di lire arrivando prima dell’amico, regista e attore Vittorio De Sica un altro grande indimenticabile della storia del cinema.