Quando si affitta una casa è frequente che all’inquilino venga richiesto di versare un deposito cauzionale che funga da garanzia per la protezione dell’immobile e il rispetto di quanto indicato in contratto.
Considerato che di norma la cauzione non viene restituita nel breve tempo, spesso tendiamo a dimenticarcene, ma una cosa che non tutti sanno è che essa matura degli interessi. Viene allora naturale pensare che con il passare degli anni questi possano accumularsi, e la curiosità di scoprire a quanto ammontano è irrefrenabile.
Pertanto, comprendere come funziona il loro calcolo sulla cauzione potrebbe rivelarsi molto utile per poter far valere i propri diritti nei confronti del proprietario di casa, ottenendo la restituzione di questa somma di denaro nei modi e nei tempi previsti dalla legge, oltre alla totalità del deposito lasciato.
Gli interessi sulla cauzione d’affitto: non ve ne dimenticate a fine anno
Gli interessi sulla cauzione d’affitto sono una somma di denaro che si accumula sul deposito cauzionale durante il periodo di locazione, e che andrà a variare in base alla percentuale che è stata lasciata al locatore in base al contratto stipulato.
Si tratta di un meccanismo previsto dalla legge e che permette di compensare l’inquilino per l’opportunità mancata di poter impiegare quel denaro – congelato nella cauzione – in altro modo. Serve però anche a tutelare il locatore, considerato che il conduttore sarà incentivato al corretto mantenimento dell’immobile e al rispetto degli accordi contrattuali al fine di poter riscuotere tali interessi.
Di norma il calcolo degli interessi sul deposito cauzionale avviene sulla base di un tasso di interesse legale, che viene stabilito annualmente da parte del Ministero delle Economie e delle Finanze. È però possibile che quest’ultimo venga aumentato convenzionalmente in favore dell’inquilino se vi è un preventivo accordo con il proprietario dell’immobile.
Tutto ciò premesso, ricordiamo anche che i tassi di interesse sono scesi drasticamente nel corso del 2024, anno per cui il Ministero ha stabilito che il saggio sia del 2,5%, contro il 5% previsto nel 2023. Per quanto poi riguarda la loro riscossione, di solito si sceglie di sommarli alla stessa cauzione, che va restituita alla fine del periodo contrattuale una volta che le parti hanno riscontrato il rispetto delle clausole contrattuali.
La libertà di negoziazione contrattuale tra le parti può tuttavia prevedere che gli interessi siano corrisposti a scadenze periodiche, come ad esempio potrebbe avvenire alla fine di ogni anno solare, o scadenze ancora differenti, sulla base di quanto preferiscono stabilire le parti.